Martina,
24 anni.
Abitava a Casamicciola Terme e adesso abita tra Casamicciola e la casa
della nonna a Ischia:
«Casa mia al momento è inagibile. Non ha avuto danni gravi, non è da buttare giù, però è comunque lesionata e quindi non ci posso vivere. Subito dopo il terremoto mi sono trasferita da mia nonna a Ischia per circa 2 anni e poi mi sono trasferita in una casa in affitto a Casamicciola, vicino Piazza Marina. Per l'estate [questa casa] dobbiamo lasciarla perché vengono i proprietari in vacanza, quindi noi per giugno ce ne andiamo e ritorniamo a settembre.»
«[Quando c’è stato il terremoto] io stavo frequentando l'università e avevo anche la casa a Napoli quindi per me è stato uno sballottamento assurdo. Impazzivo perché avevo le cose a casa al Maio, poi una parte a Napoli, una parte a casa della nonna: non capivo più niente.»
2.
Qual è la tua relazione con lo spazio
della tua casa?
«Sicuramente rispetto a casa di mia nonna forse questa la sento più casa mia, il che può essere un paradosso perché io comunque a casa di mia nonna ci sono sempre andata, anche prima del terremoto. Però se ti devo dire che ho veramente una relazione, cioè nel senso che mi sento affezionata al posto, ti direi di no. Forse è dovuto al fatto che comunque non ci sto continuamente e per il fatto che per quei tre mesi di tempo mi trasferisco. La sento un po’ più casa, ma comunque so che non è casa mia.»
«Personalmente non è una cosa che faccio più di tanto, tranne che mettere i miei profumi o cose del genere sulla mensola. A livello di decorazioni, tipo fotografie e cose del genere no, non metto nulla del genere. Però mia madre, per esempio, usa le decorazioni di casa nostra [vecchia] e le mette nella casa giù. Quando ce ne andiamo chiaramente vengono tolte, però quelle della casa vecchia sono state spostate in questa casa nuova. Nella mia casa originaria io avevo una stanza molto piccola, da un lato c'era un armadio e dall'altro pure, quindi non è che avessi molto spazio da dedicare alla decorazione, tranne che mettere qualche libro. Anche a Napoli, nella stanza che era solo mia non è che abbia messo chissà quali decorazioni. È sempre per un fatto di praticità, pensando che poi magari dovevo spostare tutto. La logica di fondo è: meno cose ti porti e più facile è traslocare a giugno. Il mio modo di sentire lo spazio è più legato a una sensazione, al fatto che mi sento più stabile io. Quando stavo dalla nonna mi sentivo sempre in movimento, forse perché ero sballottolata tra diecimila posti diversi. Invece adesso in questa casa è come se mi sentissi più stabile ed è un paradosso, perché ti ripeto, comunque per tre mesi devo spostarmi per poi rispostarmi di nuovo. Mi sento legata più a una sensazione che agli oggetti. Poi guarda, può essere pure che a livello inconscio sia legato ad altri fatti, come ad esempio alle decorazioni che mia mamma mette.»
«Io direi la cucina e il salone. Nella cucina ci sto con la mia famiglia, quando devo mangiare, e poi nel salone per studiare. Nella stanza in questa casa nuova non ho uno spazio mio o una scrivania: la condivido con mio fratello, esattamente come nella casa vecchia. Essendo piccola non c'è scrivania, quindi io per studiare mi sposto nel salone che automaticamente diventa uno spazio mio.»
7. Se dovessi scegliere un angolo , inteso come punto in cui due muri si incontrano, quale sceglieresti? Perché?
«Forse dove sono seduta con il computer, è un posto che vivo di più.»